Aquariums

Olio, foglia d’oro su tavola
2015

descrizione in mille e cento caratteri

Riscrivere un mare di sguardi poi finito in un unico segno. 

Presupporre cioè che sia occhio e pesce, pesce che nuota e occhio che vede. 

Vede e muove il fondo oro dove affondano superfici estratte da contorni di spazio e colore.

Le forme intagliate fermano il tempo. 

Sono ripetizioni inscritte con la lama che delinea per raccontare un’idea di totalità finita in cui ciò che è immerso per definizione, fa emergere ciò che delimita.

Vale per lo spazio del pesce come per l’estensione dello sguardo.

Sono questi occhi acquatici che ammiccano l’astratta naturalezza del mondo che li avvolge, quasi architettonico. Finito.

Le geometrie che irretiscono la disposizione di queste forme familiari esondano ora da banali ideali di bolle contenitore, altrove disegnano i perimetri di una bianca fortezza o un uragano di tranquillità. Geometrie di sguardi che srotolano il fondale dello spazio circostante fino a pesce vede occhio come occhio vede pesce.

Talora un elemento solo fuori contesto: fra altri di colore uniforme oro, bianco o blu sceglie una nota incongrua per muoversi come una fuga da un punto di fuga.