Mirrors

Mixed media
2020

descrizione in mille e cento caratteri

Accadde in quel giorno l’elettricista e il telefono con il led acceso e era buio nel retro dello studio non notte. Di là l’angolo delle cose strane, per lui doveva compiersi un errore per capire dov’era, e io cosa fossero i miei quadri.

Prima mi chiede cos’è ‘sta roba di vetro. Sono specchi… il retro intarsiato. Sì lavorarli non è facile è un lavoro artigianale, preciso e monotono.

Cominci a scavare con lo scalpello nel disegno fatto a matita gratti via la vernice azzurra, poi l’ossido di piombo rosso, poi il nitrato d’argento specchiante con l’acetone.

Girai lo specchio, il prototipo degli elettricisti sguainò la sua spada di internet e raggi bianchi per vedere la forma di luce proiettarsi riflessa fuori dal quadro: a ghiere, linee spezzate, ghimberghe, pinnacoli, schizzarono sulle pareti circostanti del retro piccolo dello studio buio là dove è il contatore.

Angeli del cielo! La parete bianca e nera sembrava tappezzata di pelle di zebra, alcune figure di umani si umanizzarono uscendo dallo spazio di specchio vetro specchio vetro specchio e scrivevano sul muro grazie, siamo gli evasi.